In quest’articolo vedremo: l’alternatore, l’alternatore monofase, l’alternatore trifase, la corrente e la tensione efficace, la dinamo e l’anello di Pacinotti.
ALTERNATORE
Che cos’è un alternatore? E’ una macchina che genera corrente alternata e si basa sul fenomeno dell’induzione magnetica di Faraday (generazione di una f.e.m.i. ai capi di una spira tramite la variazione del flusso di B concatenato ad una superficie S).
Una f.e.m.i. può essere ottenuta facendo variare nel tempo il flusso di B (Φ=BScosα) concatenato ad una superficie S di una spira in uno dei seguenti modi:
- facendo variare l’intensità del campo B (vedi Esercizio 1 sulla legge di Faraday Lenz);
- facendo variare la superficie S della spira (vedi Esercizio 4 sulla legge di Faraday Lenz);
- facendo variare l’angolo α tra la normale alla superficie S e il campo B; essendo il moto relativo, è possibile far variare l’angolo in due modi:
- ruotando una spira immersa in un campo B fisso (vedi Esercizio 2 sulla legge di Faraday Lenz e Esercizio 3 sulla legge di Faraday Lenz): è quello che analizzeremo fra alcune righe;
- ruotando il generatore di campo B in cui è immersa una spira fissa (alternatore monofase che vedremo nel prossimo paragrafo).
- ruotando una spira immersa in un campo B fisso (vedi Esercizio 2 sulla legge di Faraday Lenz e Esercizio 3 sulla legge di Faraday Lenz): è quello che analizzeremo fra alcune righe;
Per comprendere il funzionamento dell’alternatore, consideriamo la seguente figura in cui una spira ruota in un campo magnetico (siamo nel caso 3A di sopra):
Sappiamo che la rotazione di una spira in un campo B genera una f.e.m.i. = – dΦ/dt tra le spazzole e se il circuito viene chiuso su una resistenza si produce una corrente indotta. Poiché il flusso di B attraverso la spira dipende da B, dalla superficie S e dall’angolo α tra la normale alla superficie e il campo B, nel caso di una spira che ruota nel tempo con una pulsazione ω (α = ωt):
Φ = B S cos α = B S cos(ωt)
f.e.m.i. = – B · S · d(cosωt)/dt => f.e.m.i. = ω B S sin(ωt) =>
=> f.e.m.i. = E sin(ωt)
dove E = ω B S è il valore massimo della f.e.m.i.
Quindi ai capi dei due collettori si genera una f.e.m.i. che ha un andamento sinusoidale e quindi alternata (cioè si alternano valori positivi e negativi di tensione ogni mezzo periodo) di ampiezza E.
Se nel cirucito è collegata soltanto una resistenza R, essa sarà attraversata da una corrente alternata:
i = I0 sin(ωt)
dove I0 = E / R.
ALTERNATORE MONOFASE
Consideriamo la seguente figura:
dove due bobine in serie non alimentate sono avvolte in verso opposto su uno statore (rocchetto fisso con estremità A e B) e un’elettrocalamita (rotore) che ruota intorno ad un suo asse. Il rotore rappresenta la parte eccitante (induttore) e lo statore la parte eccitata (indotto).
Quando i due poli si avvicinano alle bobine vi è un aumentano di flusso concatenato e si genera una f.e.m.i nella bobina superiore ed una f.e.m.i. nella bobina inferiore che si sommano tra di loro in quanto collegate in serie in maniera opportuna (in verso opposto):
- nella bobina superiore, l’aumento di flusso genera una f.e.m.i. il cui verso è tale da generare una corrente indotta che si oppone all’aumento di flusso e quindi una corrente come in figura;
- nella bobina inferiore, l’aumento di flusso genera una f.e.m.i. il cui verso è tale da generare una corrente indotta che si oppone all’aumento di flusso e quindi una corrente come in figura.
Quando i due poli si allontanano dalle bobine vi è una diminuzione del flusso concatenato e si genera f.e.m.i nella bobina superiore ed una f.e.m. nella bobina inferiore che si sommano tra di loro in quanto collegate in serie in maniera opportuna (in verso opposto):
- nella bobina superiore, la diminuzione del flusso concatenato genera una f.e.m.i. il cui verso è tale da generare una corrente indotta che si oppone alla diminuzione di flusso e quindi una corrente come in figura;
- nella bobina inferiore, la diminuzione del flusso concatenato genera una f.e.m.i. il cui verso è tale da generare una corrente indotta che si oppone alla diminuzione di flusso e quindi una corrente come in figura.
Maggiore è il numero di elettrocalamite ed il numero delle bobine e maggiore sarà la f.e.m.i. alternata ai morsetti A e B.
Il simbolo di un generatore di tensione alternata in un circuito è rappresentato in figura:
Chi fa girare il rotore?
Il rotore viene trascinato in rotazione da un motore (primario) che può essere azionato ad esempio da:
- una turbina a gas che brucia il gasolio in una centrale termoelettrica: il vapore prodotto in delle caldaie si espande facendo girare le pale della turbina;
- una turbina idraulica di una centrale idroelettrica: si sfrutta il lavoro dell’acqua cha cade da una certa altezza e fa ruotare le pale della turbina;
- un motore a scoppio della macchina che brucia la benzina (nel caso di un’automobile).
ALTERNATORE TRIFASE
Consideriamo la seguente figura:
dove tre bobine disposte a 120° tra loro non alimentate sono avvolte tutte nello stesso modo su uno statore (rocchetto fisso con tre uscite U1, U2 e U3) e un’elettrocalamita (rotore) che ruota intorno ad un suo asse. Il rotore rappresenta la parte eccitante (induttore) e lo statore la parte eccitata (indotto).
In base alla configurazione descritta, quando il rotore ruota ai capi delle tre uscite si formano tre f.e.m.i. sinusoidali con le seguenti caratteristiche:
-
stessa ampiezza E = ω B S;
-
stessa pulsazione ω;
-
sfasate di 120°.
CORRENTE EFFICACE E TENSIONE EFFICACE
In un circuito a corrente alternata, la corrente cambia verso ogni mezzo periodo. Se la corrente è variabile, come facciamo a calcolare il calore dissipato su una resistenza per effetto Joule?
Noi sappiamo che in un circuito con una resistenza R attraversata da una corrente continua i per un certo tempo t, il calore dissipato per effetto Joule è dato da una delle seguenti espressioni:
Q = V i t
Q = R i2 t
Q = V2 t / R
Nel caso di un circuito con una resistenza R percorsa da una corrente alternata i per un certo tempo t, quale valore di i e quale valore di V dobbiamo utilizzare nelle precedenti espressioni?
Vi è quindi la necessità di introdurre due nuove grandezze dette corrente efficace e tensione efficace:
- consideriamo una corrente alternata ica che percorre una resistenza R per un certo tempo t, essa dissiperà una certa quantità di calore Q; consideriamo lo stesso circuito con una corrente continua icc che percorre la stessa resistenza R per lo stesso tempo t e che produce la stessa dissipazione di calore Q. Tale valore di corrente continua icc è detto corrente efficace e si indica con il simbolo ieff. Indicando con I0 l’ampiezza della corrente alternata, si dimostra che:
- consideriamo una tensione alternata Vca su una resistenza R per un certo tempo t, essa dissiperà una certa quantità di calore Q; consideriamo lo stesso circuito con una tensione continua Vcc sulla stessa resistenza R per lo stesso tempo t e che produce la stessa dissipazione di calore Q. Tale valore di tensione continua Vcc è detto tensione efficace e si indica con il simbolo Veff. Indicando con V0 l’ampiezza della tensione alternata (V0 = E), si dimostra che:
Nel caso di un circuito con una resistenza R percorsa da una corrente alternata il calore dissipato per effetto Joule è dato quindi dalle una delle seguenti espressioni:
Q = Veff i t
Q = R i2eff t
Q = V2eff t / R
DINAMO E ANELLO DI PACINOTTI
Il primo modello di generatore di corrente continua tramite un campo B è dovuto a Pacinotti (1859). Per comprenderne il funzionamento facciamo riferimento alla prima figura che riportiamo per comodità:
le spazzole cambiano polarità ogni volta che il flusso di B è 0 cioè ogni volta che la normale alla superficie è perpendicolare al campo B. Se si invertono le due spazzole nell’istante in cui cambia la polarità, si ottiene una f.e.m.i. sempre con la stessa polarità:
Questo tipo di tensione si ottiene semplicemente utilizzando invece che due collettori, un unico collettore interrotto a metà esattamente nel punto in cui c’è il cambio di polarità in modo che una spazzola sia sempre positiva e l’altra sempre negativa:
In questo modo si ottiene semplicemente una tensione (e quindi una corrente) come in fig. 10. Per ottenere qualcosa che somigli maggiormente ad una tensione continua è sufficiente sovrapporre tante tensioni come quelle in fig. 10 opportunamente sfasate mediante una serie di bobine collegate in serie ottenendo in questo modo l’anello di Pacinotti: