Mutua induzione

MUTUA INDUZIONE

Per comprendere il concetto di mutua induzione, consideriamo un anello ferromagnetico con circonferenza interna l e lo avvolgiamo a sinistra con N1 spire e a destra con N2 spire (con la stessa superficie S) come in figura:

mutua induzione: circuito apertoChiudiamo l’interruttore 1, il passaggio di corrente nel circuito di sinistra genererà un campo B nelle N1 spire:

mutua induzione: B solenoideTale campo B si andrà a concatenare nelle N2 spire del circuito 2 come in figura:

mutua induzione Poiché il circuito 1 produce un flusso di B, lo chiamiamo circuito primario o induttore, mentre il circuito 2 viene detto circuito secondario o indotto.

Supponiamo che non ci siano dispersioni e che tutto il campo B prodotto nel circuito 1 fluisca nel circuito 2 tramite l’anello (come nella figura precedente); in tal modo nel circuito 2 ci sarà un flusso di B (generato dal primo circuito) concatenato alle N2 spire di superficie S del secondo circuito:

Mutua induzione: flusso di BSi noti che c’è diretta proporzionalità tra il flusso di B concatenato con il circuito 2 e la corrente che circola nel circuito 1.

Il coefficiente M1,2 si chiama coefficiente di mutua induzione ( o di induttanza mutua) del circuito 1 sul circuito 2:

mutua induzione: coefficiente

Se ora chiudiamo l’interruttore 2 ed apriamo l’interruttore 1 come in figura

mutua induzione

il passaggio di corrente i2 genererà un campo B nelle N1 spire del circuito di sinistra come aveva fatto prima il circuito 1 con le N2 spire del circuito di destra; l’effetto induttivo è simmetrico e proprio per simmetria possiamo scrivere che il flusso del campo B (prodotto dal circuito 2) e concatenato con le spire del circuito 1 è dato da:

mutua induzione: flusso Bcon

mutua induzione: coefficientePoiché M1,2 = M2,1 il coefficiente di mutua induzione si indica semplicemente con M ed è dato da:

mutua induzione: coefficienteIl coefficiente di mutua induzione esprime una proprietà caratteristica dell’accoppiamento delle due bobine, dipende dalle proprietà geometriche dei due circuiti e si misura in H (Henry).

Si dice che due circuiti hanno un coefficiente di mutua induzione di 1 H quando la corrente di 1 A che attraversa uno dei due circuiti genera un flusso concatenato con l’altro circuito di 1 Wb.

Per quanto riguarda il nucleo (anello) ferromagnetico, esso non è indispensabile al coefficiente di mutua induzione ma il suo effetto è quello di far aumentare il suo valore.

Se la corrente nel circuito 1 varia di Δi1 in un tempo Δt il flusso Φ2 del campo B concatenato con il circuito 2 varia di una quantità

mutua induzione: variazione flussoPer la legge di Faraday Lenz (f.e.m.i. = -ΔΦ2/Δt), nel circuito 2 si genera una f.e.m.i. pari a:

mutua induzione: f.e.m.i.Un esempio di mutua induzione con un elevato coefficiente di mutua induzione è il trasformatore.

In questa analisi abbiamo trascurato l’effetto dell’autoinduzione. Se volessimo tener conto anche dell’autoinduzione, ogni circuito sarebbe sottoposto a tre forze elettro motrici.

Nel circuito 1:

  • quella del generatore V1;
  • quella dovuta all’autoinduzione -L Δi1/Δt;
  • quella dovuta alla mutua induzione -MΔi2/Δt.

Nel circuito 2:

  • quella del generatore V2;
  • quella dovuta all’autoinduzione -L Δi2/Δt;
  • quella dovuta alla mutua induzione -MΔi1/Δt.
Prof. Vito Egidio Mosca
Imparare la Fisica

Pubblicato da impararelafisica

Come è bello conoscere tante cose e non saperne altre, ma è ancora più bello scoprirne delle nuove anche se già scoperte da altri. Mosca Vito Egidio, Docente di Matematica e Fisica, Liceo Scientifico. Vincitore del Premio Antonella Bastai Prat 2009 dell'AIF. Vincitore del Premio Antonella Bastai Prat 2016 dell'AIF.