Equazioni differenziali del secondo ordine

Equazioni differenziali del secondo ordine

In quest’articolo vedremo le equazioni differenziali del secondo ordine:

F(x; y; y’, y”) = 0

In particolare vedremo le equazioni differenziali del secondo ordine a coefficienti costanti, cioè quelle che si presentano nella forma:

y” + a y’ + b y = p(x)

con a e b costanti, mentre p(x) è il termine noto (funzione continua in un determinato intervallo).

Tale equazione differenziale del secondo ordine può essere:

  • omogenea, se p(x) = 0;
  • completa, se p(x) ≠ 0.

Soluzione di un’equazione differenziale del secondo ordine omogenea:

y” + a y’ + b y = 0

Poniamo y = ezx (con z costante), calcoliamo la derivata prima y’ = z ezx, la derivata seconda y” = z2 ezx e verifichiamo se tale funzione può o meno essere una soluzione (sostituiamo nell’equazione differenziale):

z2 ezx + a z ezx + b ezx = 0 =>

raccogliamo a fattor comune ezx

=> (z2 + a z + b) ezx = 0 =>

poiché l’esponenziale è diverso da zero

=> z2 + a z + b = 0

detta equazione caratteristica dell’equazione differenziale.
Si calcola il Δ di quest’equazione di secondo grado:

  • se Δ > 0, dette z1 e z2 le soluzioni dell’equazione di secondo grado, la soluzione dell’equazione differenziale è: y = c1 ez1x + c2 ez2x (con c1 e c2 due costanti arbitrarie);
  • se Δ = 0, le soluzioni dell’equazione di secondo grado saranno coincidenti z1 = z2, la soluzione dell’equazione differenziale è: y = c1 ez1x + c2 x ez1x (con c1 e c2 due costanti arbitrarie); cioè y = (c1 + c2 x) ez1x;
  • se Δ < 0, le soluzioni dell’equazione di secondo grado saranno complesse e coniugate α ± iβ, la soluzione dell’equazione differenziale è: y = c1 eαxcos(βx) + c2 eαx sin(βx) (con c1 e c2 due costanti arbitrarie); cioè y = [c1 cos(βx) + c2 sin(βx)] eαx

Per determinare c1 e c2 è necessario avere 2 condizioni iniziali.

Soluzione di un’equazione differenziale del secondo ordine completa:

y” + a y’ + b y = p(x)

Si determina prima la soluzione generale della corrispondente equazione differenziale del secondo ordine omogenea: y” + a y’ + b y = 0. A tale soluzione si aggiunge poi una soluzione particolare dell’equazione differenziale del secondo ordine completa.
Se p(x) è un polinomio di grado n allora, l’integrale particolare q(x) sarà anch’esso un polinomio. Se

  • b ≠ 0 il grado dell’integrale particolare sarà n;
  • b = 0 e a ≠ 0 il grado dell’integrale particolare sarà n + 1;
  • b = 0 e a = 0 il grado dell’integrale particolare sarà n + 2.

ESEMPIO: y” + 4y’ = x

p(x) = x ed è di primo grado; b = 0 e a ≠ 0 il grado dell’integrale particolare sarà 1 + 1 = 2. Scriviamo il generico polinomio q(x) = ax2 + bx + c; essendo una soluzione particolare, deve soddisfare l’equazione differenziale. Calcolo la derivata prima e la derivata seconda:

q’ = 2ax + b; q” = 2a

Sostituiamo nell’equazione differenziale:

2a + 4 (2ax + b) = x => 8ax + (2a + 4b) = x

Confrontando il polinomio al primo e al secondo membro, deve risultare:

8a = 1

2a + 4b = 0 => a + 2b = 0

Quindi

a = 1/8

1/8 + 2b = 0 => b = -1/16

Perciò l’integrale particolare sarà:

q(x) = 1/8 x2 -1/16 x + c

Tale soluzione andrà sommata all’integrale generale dell’equazione differenziale omogenea associata.

Se p(x) è del tipo: p(x) = A eαx (A, α Reali)
si risolve l’equazione caratteristica dell’equazione omogenea z2 + a z + b = 0 e

  • se α non coincide con nessuna delle soluzioni dell’equazione caratteristica allora l’integrale particolare q(x) sarà del tipo q(x) = B eαx con B costante da determinare;
  • se α coincide con una delle soluzioni distinte dell’equazione caratteristica allora l’integrale particolare q(x) sarà del tipo q(x) = B x eαx con B costante da determinare;
  • se α coincide con una radice doppia dell’equazione caratteristica allora l’integrale particolare q(x) sarà del tipo q(x) = B x2 eαx con B costante da determinare.

Per determinare B, in tutti e tre i casi, q(x) deve verificare l’equazione differenziale completa: si determina q’, q”, si sostituiscono nell’equazione completa e si determina B.

Se p(x) è del tipo: p(x) = C sin(βx) + D cos(βx) (C, D, β Reali)

  • se (i β) non è radice dell’equazione caratteristica dell’equazione omogenea associata z2 + a z + b = 0, l’integrale particolare è q(x) = A sin(βx) + B cos(βx) con A e B costanti da determinare;
  • se (i β) è radice dell’equazione caratteristica dell’equazione omogenea associata z2 + a z + b = 0, l’integrale particolare è q(x) = x(A sin(βx) + B cos(βx)) con A e B costanti da determinare;

Per determinare A e B, in tutti e due i casi, q(x) deve verificare l’equazione differenziale completa: si determina q’, q”, si sostituiscono nell’equazione completa e si determina B.

SINTESI: SOLUZIONI DELLE EQUAZIONI DIFFERENZIALI DEL SECONDO ORDINE OMOGENEA

y” + a y’ + b y = 0 => z2 + a z + b = 0

  • se Δ > 0, y = c1 ez1x + c2 ez2x;
  • se Δ = 0, y = (c1 + c2 x) ez1x;
  • se Δ < 0, y = [c1 cos(βx) + c2 sin(βx)] eαx
Prof. Vito Egidio Mosca
Imparare la Fisica

Pubblicato da impararelafisica

Come è bello conoscere tante cose e non saperne altre, ma è ancora più bello scoprirne delle nuove anche se già scoperte da altri. Mosca Vito Egidio, Docente di Matematica e Fisica, Liceo Scientifico. Vincitore del Premio Antonella Bastai Prat 2009 dell'AIF. Vincitore del Premio Antonella Bastai Prat 2016 dell'AIF.