Hiroshima e tre giorni dopo Nagasaki

I nuclei atomici venivano bombardati con particelle alfa che però, essendo carichi positivamente, venivano respinte dai protoni del nucleo. Il Fisico italiano Enrico Fermi intuì che sarebbero stati più utili i neutroni ed in particolare i neutroni lenti. Fermi aveva scoperto che i neutroni potevano essere rallentati con sostante contenente idrogeno. Nel 1934 Enrico Fermi produsse la prima fissione degli atomi di uranio nel suo laboratorio a Roma. Non riconobbe la fissione interpretando il suo risultato come una produzione di nuovi elementi. Invece Fermi aveva spezzato in due il nucleo di uranio liberando due neutroni in grado di innescare una reazione a catena. Otto Hahn ripeté l’esperimento in Germania alla ricerca di una teoria scientifica sui risultati di Fermi.
Alla fine del 1938 gli scienziati tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann ottennero la prima fissione nucleare. Lo sviluppo di una bomba atomica non era più solo una possibilità teorica. Nel 1944 ottennero il premio Nobel per le loro scoperte sulla fissione dell’uranio. Heisenberg venne posto a capo del gruppo di ricerca sull’energia atomica.
Nell’estate del 1939 i fisici Leo Szilard ed Edward Teller chiesero ad Albert Einstein di intercedere per loro con il presidente americano per far comprendere le implicazioni della fissione nucleare realizzata dai tedeschi. Einstein scrisse una lettera per convincere il presidente Roosevelt ad avviare una ricerca atomica parallela a quella tedesca.
All’inizio del 1941 i servizi segreti inglesi avevano informazioni sul tentativo di costruzione della bomba atomica da parte della Germania. Alla fine del 1941 gli scienziati britannici dichiararono che per la costruzione di una bomba atomica erano necessari meno di 10 kg di Uranio-235 arricchito con isotopi al posto di tonnellate di uranio naturale.
Nel 1941 il presidente Roosevelt decide di dare il via al progetto Manhattan cioè al programma di ricerca statunitense che aveva l’obiettivo di costruire la prima bomba atomica.
Nel 1943 venne siglato l’accordo del Québec in Canada, si decise di unire i progetti di armi nucleari del Regno Unito e del Canada con il progetto Manhattan diretto dal generale Groves. L’accordo prevedeva anche che le armi nucleari non sarebbero state utilizzate contro un altro Paese senza il consenso reciproco tra Stati Uniti, Regno Unito e Canada. Venne incaricato il Fisico Robert Oppenheimer di dirigere il Los Alamos Laboratory nel New Mexico dove vennero sviluppate due bombe a fissione: Little Boy con Uranio-235 (che venne sganciata su Hiroshima) e Fat Man con plutonio (che venne sganciata su Nagasaki). I nomi delle due bombe vennero.
Il 4 luglio del 1945 avvenne al Pentagono una riunione, per approvare l’utilizzo di armi nucleari, con un rappresentante canadese, il britannico feldmaresciallo Maitland Wilson ed il ministro della Guerra Stimson.
Il 16 luglio del 1945 venne testata la prima bomba al plutonio sganciandola da una torre alta 30 m ad Alamogordo.
Il 26 luglio del 1945 il presidente Truman aveva richiesto la resa incondizionata delle forze armate giapponesi minacciando una distruzione immediata e totale. Tale richiesta venne respinta il 29 luglio del 1945.
Le condizioni metereologiche dall’1 al 4 agosto del 1945 non erano adatte per la missione di sgancio della bomba atomica tramite il bombardiere B-29.
Il 5 agosto del 1945 i meteorologi decretarono una visibilità ottimale per il giorno dopo.
Venne così caricata la bomba Little Boy sul bombardiere B-29 Enola Gay, questo il nome dato dal pilota colonnello Paul Tibbets al bombardiere (Enola Gay era il nome della madre del pilota). Il copilota era Robert Lewis, il capitano Parsons aveva il compito di innescare la bomba.

Alle ore 2:45 del 6 agosto del 1945 l’aereo Enola Gay decolla. Alle ore 9:15 la bomba viene sganciata a 9500 m di altezza, il bombardiere vira quasi di 180° in modo tale che la bomba e l’areo si allontanassero in versi opposti. Quando il B-29 è a 18 km di distanza la Little Boy esplode a 600 m di altezza su Hiroshima (l’obiettivo era il ponte Aioi nel centro di Hiroshima) ed un’onda d’urto colpisce il bombardiere che scricchiola. Un neutrone avvia una reazione a catena supercritica, la temperatura supera quella della superficie del Sole, vengono emessi neutroni e raggi gamma, un’intensa energia a infrarossi, una statua di bronzo si scioglie, l’onda d’urto si propaga a 3000 m/s e diffonde il fuoco verso l’esterno in tutte le direzioni. Il fungo atomico superò i 750 m. Le persone che si trovavano nei pressi di una parete bloccarono parzialmente la radiazione termica creando un’ombra scura sulla parete stessa. Alcune di queste ombre nucleari sono state conservate nel Museo della Pace di Hiroshima.

Questa scala in pietra è stata spostata ritagliando le scale d’ingresso della filiale di Sumitomo Bank Hiroshima.
La persona seduta sulle scale prima dell’apertura della banca sarebbe morta sul colpo senza poter fuggire a causa dell’esplosione della bomba atomica a breve distanza.
Le scale divennero biancastre a causa degli intensi raggi di calore della bomba atomica e la parte su cui erano seduti rimase nera come un’ombra.

Il fatto che la bomba venne fatta esplodere a 600 m di altezza aveva lo scopo di massimizzare il danno sulla città (morirono nell’immediato tra 90000 e 140000 persone), ciò limitò la contaminazione di Hiroshima stessa. Se la bomba fosse stata fatta esplodere a terra, detriti e terra sarebbero state risucchiate all’interno dell’esplosione e vaporizzate, la nuvola di materiale radioattivo sarebbe diventata pesante e precipitando al suolo avrebbe ingigantito gli effetti della contaminazione.
Il 9 agosto del 1945 partì un altro bombardiere con Fat Man a bordo verso Kokura (obiettivo primario, Nagasaki era l’obiettivo secondario). La bomba aveva un nucleo di 5 kg di plutonio. Alle ore 11:02 la bomba esplode sulla valle industriale di Nagasaki (la visibilità su Kokura non era ottimale).
Il 15 agosto del 1945 l’imperatore Hiroito dichiara la resa che venne ufficialmente firmata il 2 settembre.

prof. Vito Egidio Mosca

Pubblicato da impararelafisica

Come è bello conoscere tante cose e non saperne altre, ma è ancora più bello scoprirne delle nuove anche se già scoperte da altri. Mosca Vito Egidio, Docente di Matematica e Fisica, Liceo Scientifico. Vincitore del Premio Antonella Bastai Prat 2009 dell'AIF. Vincitore del Premio Antonella Bastai Prat 2016 dell'AIF.